«Le donne come le rose mettono radici, sono resistenti, sopportano le avversità e nonostante la mancanza di cure rifioriscono baldanzose a ogni primavera»
L'articolo di Sara Genovese, su letture.org ci avvicina alla lettura di questo libro di Serena Dandini (spesso conosciuta soprattutto per la sua magistrale conduzione di programmi televisivi) :
Tra il 2017 e il 2019 sono stati registrati 19.166 accessi al pronto soccorso di donne con diagnosi di violenza (Istat 2020)
Tra marzo e ottobre 2020, durante la pandemia, il numero delle richieste di aiuto effettuate al 1522 (numero di pubblica utilità contro la violenza sulle donne e lo stalking) è notevolmente cresciuto rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (+71,7%), passando da 13.424 a 23.071.
Come le disuguaglianze di genere possono condizionare il futuro e lo sviluppo delle bambine e le adolescenti.
Un’indagine dell’Istat sugli stereotipi relativi ai ruoli di genere in Italia indica, tra quelli più ampiamente condivisi, il fatto che debba essere l’uomo a provvedere alle necessità economiche della famiglia (27,9%), che per l’uomo più che per la donna sia molto importante avere successo nel lavoro (32,5%) e che sempre lui sia poco adatto ad occuparsi delle faccende domestiche.
Nelle società della soggettività diffusa e delle individualità spinta all’eccesso, ecco che emergono, accanto a figure di donne che hanno una famiglia, lavorano, ricoprono posizioni di responsabilità, altre donne che non riescono a dispiegare appieno le proprie potenzialità e altre ancora che rimangono segregate all’interno delle mura domestiche, nascoste e misconosciute fino a quando non diventano protagoniste dei fatti di cronaca.
In un recente articolo di Claudia Bruno viene approfondita una questione rilevantissima: oggi sappiamo che a fronte di una maggiore aspettativa di vita, le donne si ammalano di più rispetto agli uomini. E questo dipende solo parzialmente da fattori biologici, un ruolo cruciale lo svolgono i modelli sociali e culturali, e le economie che ne derivano.
L’altra cosa che si divulga da sé facendo un’Enciclopedia delle donne è l’idea della libertà: la conoscenza delle donne in carne e ossa del passato e del presente, al pari dell’esperienza, sgretola le grate di quei pochi, limitati modelli a cui la loro vita (destino, vocazione, intelligenza, desiderio) viene ancora ricondotta, ottusamente certo, ma con un’ostinazione e una potenza (anche una prepotenza) che sorprende.
Nella sua definizione più semplice, è la differenza tra il salario medio di tutti gli uomini e quello di tutte le donne che svolgono un lavoro retribuito. Ma dall’analisi dei dati statistici la questione risulta più articolata di così. Infatti nel complesso a livello globale le donne impiegate nel mercato del lavoro: sono meno degli uomini; guadagnano meno dell’altro sesso; più studiano e fanno carriera, più sono colpite dal divario retributivo di genere; lavorano circa sei ore in più a settimana (tra lavoro retribuito e non retribuito);...
La violenza di genere è l’apice di una piramide le cui basi sono radicate nella nostra cultura. Cambiare è possibile iniziando dal scegliere di andare oltre gli stereotipi di genere: