Do Not Neglect Equality - è un progetto PSYPLUS, ActionAid Italia e CAV D.Tellini, sostenuto dal Fondo di Beneficenza ed opere di carattere sociale e culturale di Intesa Sanpaolo
per le donne,
per la comunità
capire la natura della violenza di genere e delle sue cause (stereotipi, dipendenze, disuguaglianze di genere, psicopatologia, ...) contribuisce al contrasto ed alla prevenzione degli atteggiamenti violenti
Con questa azione si intende proseguire l’offerta di un servizio a bassa soglia, capillare, capace di raggiungere la popolazione dove c’è bisogno e di poteniare i servizi pubblici nelle aree del cratere. Il servizio di unità mobile ha come obiettivo quello di proseguire il lavoro di monitoraggio e sostegno psicologico e di facilitare la prevenzione e l'emersione delle manifestazioni di violenza di genere e intrafamiliare.
Il servizio di Unità Mobile verrà offerto da una équipe composta da Psicologa/o e operatrice specializzata CAV.
Il monitoraggio ed il sostegno di prossimità sono funzionali sia alla prevenzione sia all'emersione di manifestazioni di violenza. Sono previsti inoltre percorsi di empowerment economico - lavorativo ed attività formative per l'autostima e l'autoimprenditorialità femminile.
L'Unità Mobile è dedicata alla popolazione residente dei comuni di due aree A) Amatrice, Accumoli, Arquata del Tronto; B) Visso, Ussita, Camerino
per richiedere un intervento di Unità Mobile chiama il:
Il servizio è attivo presso
a turnazione, tutti i giovedì dalle ore 10.00 alle 16.00 ed è gestito da personale specializzato dell’Associazione Donatella Tellini - CAV dell’Aquila
Per richiedere informazioni e accedere al servizio chiama:
per informazioni scrivi a: Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.
La presenza di stereotipi di genere e di una dimensione culturale poco consapevole delle tematiche di genere fa emergere il bisogno di sensibilizzare la comunità con l’obiettivo di migliorare la conoscenza e la comprensione della natura della violenza di genere e le sue cause, tra cui stereotipi, disuguaglianza di genere, dipendenze, per prevenire e contrastare atteggiamenti violenti.
Ogni percorso si sviluppa in 5 incontri di gruppo della durata di due ore ciascuno. I laboratori si concluderanno con un evento finale per ciascun Comune coinvolto, aperto all’intera comunità, in cui sarà realizzata una breve performance.
Nel territorio di realizzazione del Progetto Do.N.N.E. che si estende a cavallo del Lazio e delle Marche, sono presenti numerosi servizi socio-sanitari che possono essere di grande aiuto per il contrasto ed il contenimento della violenza di genere / intrafamiliare e delle sue conseguenze.
Un progetto contro le molestie nei luoghi pubblici per riflettere e conoscere come intervenire se capita a noi o se ne siamo testimoni.
Hollaback! è tra i maggiori esponenti a livello mondiale del movimento volto a porre fine alle molestie. Lanciato da alcuni ragazzi come blog dove condividere le proprie esperienze di molestie, si è presto trasformato in un’iniziativa globale. Hollaback! lavora con le comunità per comprendere il problema, stimolare il dibattito pubblico e sviluppare strategie innovative che portino a situazioni sicure e accoglienti per tutti. Hollaback! ha formato oltre 20.000 persone per intervenire quando assistono a un atto di molestia.
Nella sua definizione più semplice, è la differenza tra il salario medio di tutti gli uomini e quello di tutte le donne che svolgono un lavoro retribuito. Ma dall’analisi dei dati statistici la questione risulta più articolata di così. Infatti nel complesso a livello globale le donne impiegate nel mercato del lavoro: sono meno degli uomini; guadagnano meno dell’altro sesso; più studiano e fanno carriera, più sono colpite dal divario retributivo di genere; lavorano circa sei ore in più a settimana (tra lavoro retribuito e non retribuito); ...
Tra il 2017 e il 2019 sono stati registrati 19.166 accessi al pronto soccorso di donne con diagnosi di violenza (Istat 2020)
Tra marzo e ottobre 2020, durante la pandemia, il numero delle richieste di aiuto effettuate al 1522 (numero di pubblica utilità contro la violenza sulle donne e lo stalking) è notevolmente cresciuto rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (+71,7%), passando da 13.424 a 23.071.
Nelle società della soggettività diffusa e delle individualità spinta all’eccesso, ecco che emergono, accanto a figure di donne che hanno una famiglia, lavorano, ricoprono posizioni di responsabilità, altre donne che non riescono a dispiegare appieno le proprie potenzialità e altre ancora che rimangono segregate all’interno delle mura domestiche, nascoste e misconosciute fino a quando non diventano protagoniste dei fatti di cronaca.
«Le donne come le rose mettono radici, sono resistenti, sopportano le avversità e nonostante la mancanza di cure rifioriscono baldanzose a ogni primavera»
L'articolo di Sara Genovese, su letture.org ci avvicina alla lettura di questo libro di Serena Dandini (spesso conosciuta soprattutto per la sua magistrale conduzione di programmi televisivi) :
L’altra cosa che si divulga da sé facendo un’Enciclopedia delle donne è l’idea della libertà: la conoscenza delle donne in carne e ossa del passato e del presente, al pari dell’esperienza, sgretola le grate di quei pochi, limitati modelli a cui la loro vita (destino, vocazione, intelligenza, desiderio) viene ancora ricondotta, ottusamente certo, ma con un’ostinazione e una potenza (anche una prepotenza) che sorprende.
Un’indagine dell’Istat sugli stereotipi relativi ai ruoli di genere in Italia indica, tra quelli più ampiamente condivisi, il fatto che debba essere l’uomo a provvedere alle necessità economiche della famiglia (27,9%), che per l’uomo più che per la donna sia molto importante avere successo nel lavoro (32,5%) e che sempre lui sia poco adatto ad occuparsi delle faccende domestiche.
In un recente articolo di Claudia Bruno viene approfondita una questione rilevantissima: oggi sappiamo che a fronte di una maggiore aspettativa di vita, le donne si ammalano di più rispetto agli uomini. E questo dipende solo parzialmente da fattori biologici, un ruolo cruciale lo svolgono i modelli sociali e culturali, e le economie che ne derivano.